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Hanno bruciato un giorno intero, quasi a cancellare anche il ricordo dei disperati che approdavano a Lampedusa. Un incendio, che per tutto sabato ha distrutto 200 barconi ammassati nel “cimitero delle barche” dove erano accatastati i relitti che hanno trasportato migliaia di immigrati, che l’assessore ai Beni culturali delle Pelagie, Pietro Busetta, ha attribuito a chi non vuole sull’Isola “il più grande museo dell’immigrazione del Mediterraneo”.

In un unico gesto hanno attentato alla legalità, danneggiato l’ambiente e bruciato la memoria. Non ci sono tanti giri di parole per spiegare questo.

L'incendio di sabato

I vigili del fuoco hanno verificato la presenza di due focolai, cio’ fa ipotizzare la matrice dolosa del rogo.

Un incendio che puzza di mafia, specialmente se l’amministrazione Comunale annuncia a tutta la stampa l’apertura del “più grande museo delle migrazioni del Mediterraneo” dopo che ha perso il ricorso al tar per lo smaltimento dei rifiuti.

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Un blitz in difesa della legalità e delle spiagge dell’isola “Basta con il far west a Lampedusa. Riportiamo il diritto sulla spiaggia più bella d’Italia”
Costa Nord di Lampedusa

La costa settentrionale di Lampedusa

Ombrelloni gratis per tutti, ieri mattina, alla Spiaggia dei Conigli di Lampedusa. Li hanno distribuiti i volontari di Legambiente per denunciare la situazione d’illegalità che si registra sull’isola e, in particolare, sulla sua spiaggia più famosa, gestita dall’associazione stessa per conto della Regione.

Da diverso tempo si consuma, infatti, un braccio di ferro tra Legambiente e la Regione Sicilia, da una parte, e, dall’altra, il Comune di Lampedusa, che quest’anno ha affidato in violazione di legge a un privato il servizio noleggio ombrelloni e bar alla Spiaggia dei Conigli. Un’operazione che favorisce l’occupazione abusiva del demanio, portata avanti dal sindaco – già rinviato a giudizio per concussione e abuso e violazioni paesaggistiche – senza il necessario accordo con l’ente gestore della Riserva e con la Regione, che a maggio ha chiesto la revoca della procedura. A luglio, il TAR Sicilia ne ha, inoltre, sospeso l’efficacia, ma nonostante quest’ordinanza e le disposizioni della Regione, la situazione perdura. Decine di migliaia di euro sono, così, sottratte alle casse della Regione a favore di un privato che, con pochi euro e con una procedura contestata, si è aggiudicato il rilevante introito. (altro…)